31.08.2022: II segnali d’allarme della FINMA


A che punto è l’industria svizzera della gestione patrimoniale nel processo di autorizzazione della FINMA?

Nella nostra ultima newsletter di metà luglio 2022, per rispondere a questa domanda dovevamo ancora basarci in parte sulle nostre stime e proiezioni, a causa della mancanza di dati ufficialmente confermati. Ora ci sono fatti e cifre chiari sul tavolo da parte ufficiale. Nella sua “Supervisory Notice” dell’11 agosto 2022, la FINMA fornisce una panoramica dettagliata sullo stato attuale del processo di autorizzazione.

Riassumiamo brevemente i dati più importanti (al 31.07.2022).

A fine luglio, la FINMA aveva autorizzato 376 istituti.

313 domande di autorizzazione sono ancora in fase di elaborazione da parte della FINMA.

Inoltre, 846 domande sono ancora in sospeso presso gli OV.

Ciò significa che un totale di 1.535 istituzioni sono in fase di autorizzazione o hanno già ricevuto l’autorizzazione.

Rimangono quindi 1.054 istituti registrati che hanno deciso di non richiedere l’autorizzazione per vari motivi (adeguamento del modello di business, attività al di sotto della soglia di attività professionale, cessazione dell’attività, ecc.) (661 in totale) o che non si sono presentati alla FINMA fino ad oggi o le cui intenzioni non sono quindi chiare (393 in totale).

Oltre a tutte le informazioni consuete, l’avviso di vigilanza della FINMA dell’11 agosto contiene anche alcune affermazioni straordinarie sulla situazione attuale, con una notevole forza dirompente per il nostro settore, e per questo vale la pena di discuterle brevemente qui di seguito.

Mentre in passato la FINMA si limitava a promemoria e ammonimenti ben intenzionati in considerazione della lentezza del processo di richiesta e di abilitazione, ora avverte con urgenza gli EAM e i trustee inadempienti di non perdere il periodo transitorio previsto dalla legge fino al 31 dicembre 2022 per la presentazione della richiesta di abilitazione alla FINMA. La FINMA esclude fondamentalmente la possibilità di prorogare il termine per i cosiddetti “ritardatari”, ossia coloro che non hanno ancora presentato la domanda di autorizzazione all’OV. La FINMA sostiene questo monito inequivocabile affermando espressamente che punirà in modo coerente le violazioni della legislazione sui mercati finanziari. Chiunque agisca a livello commerciale come gestore patrimoniale indipendente o fiduciario senza licenza a partire dal 1. gennaio 2023 dovrà affrontare “misure di vigilanza” e “conseguenze penali”, prosegue il comunicato.

Come dimostrano le cifre attuali della FINMA, nonostante tutti i richiami e gli avvertimenti, diverse centinaia di istituti registrati non hanno ancora presentato una domanda di autorizzazione all’OV o hanno lasciato passare il termine di presentazione raccomandato dalla FINMA (30 giugno 2022). Inoltre, la “partita a ping-pong”, a volte prolungata, di domande, risposte e quesiti tra le numerose istituzioni coinvolte nel processo e le OV continua con un esito a volte ancora incerto.

Le banche continueranno inoltre ad aumentare la pressione sui gestori patrimoniali che sono rimasti indietro nel processo di autorizzazione. Se non l’hanno già fatto, il prossimo passo sarà quello di informare, in una forma o nell’altra, i gestori patrimoniali che non sono ancora in possesso dell’ambita licenza FINMA – che, stando ai dati attuali, riguarda la stragrande maggioranza degli EAM – della necessità di rispettare il periodo transitorio fino al 31 dicembre 2022 e, in via cautelativa, di richiedere all’EAM la prova dell’avvenuta presentazione della domanda alla FINMA (ovvero la “conferma di ricezione” generata automaticamente tramite EHP).

Se la banca depositaria non ha ricevuto la “conferma di ricezione” dal gestore patrimoniale “in tempo”, ossia entro un certo periodo di tempo (ad es. in ottobre o novembre), questi deve aspettarsi che la banca depositaria informi per iscritto i suoi clienti della “nuova situazione” o delle conseguenze negative (blocco dell’accesso al conto di custodia per l’EAM, non accettazione di ulteriori ordini di borsa dell’EAM, ecc.) che il mancato rispetto del termine di presentazione previsto dalla legge comporterebbe a partire dal 1° gennaio 2023.

Prevale ancora la proverbiale “calma prima della tempesta”, i cui possibili effetti negativi sul nostro settore sono facilmente immaginabili da tutti.

Infine, due notizie su CORUM e sulla nostra Wealth Management Platform (CWMP):

  • CORUM ha recentemente avviato una collaborazione con la BANCA CREDINVEST di Lugano con l’obiettivo di attirare sulla nostra piattaforma gestori patrimoniali esterni in Ticino.
  • CORUM parteciperà attivamente all’evento SPHERE di quest’anno “Solutions for Asset Managers”, che si terrà il 5 settembre a Zurigo. Il nostro CEO, Thomas Tietz, interverrà, tra l’altro, insieme ad altri leader del settore della gestione patrimoniale in una tavola rotonda sul tema “I gestori patrimoniali indipendenti tra consolidamento e crescita”.

Il nostro team è ben preparato per affrontare le sfide del futuro. Con la nostra piattaforma, forniamo ai gestori patrimoniali esterni diversi pacchetti di servizi nelle aree di legal & compliance, back office, IT e servizi di investimento su base modulare.

Con la variante “docking” offriamo anche ai gestori patrimoniali che hanno deciso di non richiedere una licenza la possibilità di unirsi alla nostra società e di occuparsi in futuro esclusivamente dei propri clienti.

Ulteriori informazioni sui nostri servizi si trova qui.

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